„La decrescita felice“ - Zurück in die Steinzeit?

wurzeln.jpg Vor kurzem fand in Bozen eine internationale Konferenz zur Bildung in Richtung nachhaltiger Entwicklung statt. Verschiedene Redner aus dem In- und Ausland führten das Thema ein – dann wurde das Thema in wechselnden Arbeitsgruppen diskutiert. Von der HOB Bozen waren Prof. Monica Zanella und Prof. Alexandra Teutsch anwesend.

Konferenz Wurzeln in die Zukunft“ – ein Resümee


Bei den Vortragenden handelte es sich um Dr. Monika Lieschke von Forum Umweltbildung aus Österreich Dr. Maurizio Pallante,  Berater des Umweltministeriums in Rom – Bereich Energie und Dr. Jörg Knoll, Professor für Erwachsenenpädagogik an der Universität Leipzig.

Interessant war für die HOB vor allem der Vortrag von Dr. Pallante, der Auszüge aus seinem Buch „La decrescita felice“  anbrachte. Gerade für eine Wirtschaftsschule ist Pallantes These eine wichtige Anregung für Diskussionen.
Das Buch wird für die Bibliothek angekauft – inzwischen hier eine kurze Zusammenfassung:

La decrescita è un`anti-parola per l’economia. La parola chiave, la parola da seguire oggigiorno è la “crescita”. La crescita viene sempre misurata con il PIL, ma qui bisogna stare attenti a dividere il concetto dei beni da quello delle merci. I beni non sono la stessa cosa delle merci: Ci sono beni che non sono merci – e merci che non sono beni! Il PIL misura le merci, non i beni.

La decrescita è un fattore essenziale per la crescita della felicità. Non vuole assolutamente dire rinuncia.

Un esempio: Per riscaldare una casa ci vogliono 20 metri cubi  di energia fossile (petrolio, cherosene o altro) al metro quadro. Le case che vengono costruite adesso, le “Klimahaus” consumano anche solo 7 m3 per metro quadro.
Se tutte le case per legge dovessero venire ristrutturate in modo da consumare meno, l’importo di petrolio scenderebbe di 2/3 – il PIL diminuirebbe! Questa decrescita del PIL avrebbe come conseguenza un aumento el benessere: Infatti studi confermano che nelle “Klimahaus” il benessere termodinamico per gli abitanti è molto maggiore.
Oppure: Qui in Alto Adige ho visto molti piccoli orti. Sono un fattore di decrescita enorme! Infatti gli ortaggi scambiati nella famiglia non scambi mercantili, gli ortaggi scambiati non sono merci – quindi questi orti fanno decrescere il PIL. Però sicuramente aumentano il benessere della famiglia: Gli ortaggi sono sani, freschi e chi li ha visti crescere gode molto di più nel mangiarli.

Bisogna però capire che la decrescita non significa assolutamente tornare all’età ella pietra. Anzi: Per la decrescita è neccessaria una tecnologia molto più avanzata. Ci vuole molta più innovazione tecnica per costruire una casa che consuma poco che una che consuma molto. Ci serve una tecnica innovativa e completamente diversa per produrre una macchina che corre ad idrogeno che non una macchina a benzina.
L’innovazione finora era uno strumento della crescita – non era quindi di per sé positiva! Infatti a forza di innovare il riciclaggio dei rifiuti ci si dimentica che il fattore primo ed essenziale è DIMINUIRE i rifiuti! Come secondo passo il riciclaggio poi va benissimo …

La decrescita è il nostro futuro inevitabile, perché il nostro stile di vita distrugge troppe risorse – non può continuare. Possiamo però decidere ancora se la decrescita sarà disastrosa oppure lenta ed ad impatto “soft”. Come si può fare la decrescita?

1. Cambiare stile di vita: Scegliere l’autoproduzione e gli scambi di beni nella famiglia.
2. Scegliere o inventare nuove tecnologie che imitano i processi naturali (nella natura non ci sono rifiuti!)
3. Cambiare politica: Specialmente le amministrazioni i base devono diventare coerenti con uno stile di vita della decrescita, cioè creare regolamenti adeguati.

Momentaneamente tutta la società ci spinge nella direzione opposta – siamo invitati a consumare e crescere sempre di più. Qui ci vuole un cambio di paradigma – e le scuole hanno un ruolo essenziale in questo processo di cambiamento.


Die Schule hat laut Pallante also eine zentrale Aufgabe in der Erziehung zur „decrescita“. Vielleicht könnte die HOB Bozen in diesem Sinne eine Art Vorreiter-Rolle übernehmen...?

weitere Informationen zur Konferenz und Texte zum Herunterladen unter http://www.provinz.bz.it/gea
 

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